Tempo ed essenza nell’era del virus

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Il tempo: paradosso esistenziale di ogni uomo di ogni età.

Nella realtà empirica, o comunque in ogni scienza esatta, il tempo è una dimensione necessaria, un parametro che possiede una propria unità di misura, che ha una durata, che può essere valutato, studiato, calcolato e addirittura quantificato attraverso formule e teoremi.

La natura del tempo, al contempo, però, può essere disgiunta dalla scienza e, dal punto di vista pressoché mentale, non sarebbe altro che un fluire ininterrotto di stati di coscienza, che disdegna fortemente il susseguirsi delle azioni in ordine cronologico, come vorrebbe un sapere razionale, e che, piuttosto, loda ed elogia una vera e propria esaltazione della presa di coscienza: il tempo come estensione ed essenza dell’anima, poiché la stessa, in quanto tale, non muore, né subisce le trasformazioni e le usure.

Soli omnium otiosi sunt qui sapientiae vacant, soli vivunt.

“Di tutti coloro che hanno tempo per la sapienza hanno tempo libero, solo essi vivono”


Seneca, De Brevitate Vitae

Saggio era, nei tempi più remoti, colui che, con la sua erudizione, con il suo essere colto e dotto, era capace di comprendere il vero valore del tempo e conoscerne il suo corretto utilizzo. I primi passi per raggiungere un tale giudizio, un tale discernimento di un certo calibro, sono, anzitutto, la capacità di dominarlo, di interiorizzarlo come ricordo di un passato, di concentrarsi e risiedere nel presente, come un cammino teso ad un progressivo e graduale avanzamento per migliorare, ottimizzare e arricchire il dono della vita, indifferenti rispetto alla durata, rispetto alle ansie del futuro.

Il tempo – che gli uomini tentano di domare con gli orologi, fino a renderlo un automa – è per se stesso di natura vaga, imprevedibile e multiforme, tale che ognuno dei suoi punti può assumere la misura dell’atomo o dell’infinito.


Elsa Morante

E, quindi, al giorno d’oggi, in una fase così inesplicabilmente tormentata, così disturbata da eventi catastrofici, come si può raggiungere tale astrazione?

E, invece, è esattamente in questo frangente storico, dove i minuti sembrano ore, dove i giorni sembrano mesi, che noi, uomini tutti, siamo padroni di un dovere morale, diventiamo portatori delle più alte questioni etiche. Il tempo per la vita, e più precisamente il tempo per essere, il tempo per esistere, diventano fulcro centrale per porre in essere quella concezione filosofica che permette momentaneamente l’estraniamento dall’idea della morte come destino ineluttabile, che permette una fugace alienazione dalle cose materiali, dai beni tangibili ed effimeri, per dedicarsi completamente ad afferrare l’essenza stessa di esso, per rinascere e rifiorire quotidianamente.

Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno
.

Pablo Neruda

Il tempo che si ha a disposizione, spesso, per negligenza, scivola dalle mani. La percezione che viene rammentata è che, spesso, scorra in modo tedioso e seccante, con la conseguenza di un grave errore esistenziale: il dissipamento di esso in tante occupazioni futili. Invece no. L’uomo è per natura effimero, e allora è qui, è forte, è assoluto e indiscutibile l’invito a disporne con cura di questo bene prezioso, inestimabile, incommensurabile. Non è mai troppo tardi per magnificare ed esaltare un inno alla vita e, insieme ad essa, a quella infinita serie di attimi che si susseguono uno dopo l’altro.

Ami la vita? Beh, se ami la vita, non sprecare il tempo, perché il tempo è il bene di cui è fatta la vita.


Benjamin Franklin

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