Caso Palombelli. L’insostenibile effetto della superficialità

Tempo di lettura: 4 minuti

Palummella, zompa e vola / Addó’ sta nennélla mia… / Non fermarte pe’ la via
Vola, zompa a chella llá…

Così inizia Palummella, canzone di Massimo Ranieri tratta dall’album Macchie ‘e Culore. Vola, zompa, dice la canzone ma stavolta forse la Palumm(b)ella ha fatto un salto troppo in alto e si è schiantata al suolo. Senza stile e senza paraurti.

La nostra farfalla del giornalismo italiano, alias Barbara Palombelli, in questi giorni, nel programma da lei condotto su Rete Quattro, lo sportello di Forum si è lasciata andare a frasi più che discutibili sulle donne che sono state uccise dai loro partner: 7 donne uccise per motivi “amorosi” negli ultimi 10 giorni.

La frase incriminata in questione della giornalista, che in un monologo breve ha analizzato la situazione, è stata la seguente: <<Questi uomini erano completamente fuori di testa, obnubilati, oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte?>>

Parole riferite al comportamento degli uomini che ucciderebbero le donne perché in qualche modo esasperati dal loro comportamento. Parole di un greve e gravità immensa che hanno indignato il web, ma anche alcuni colleghi giornalisti come Andrea Scanzi che parla di “parole allucinanti di una persona intelligente”, meravigliandosi più che della caduta di stile, della collega giornalista.

Il caso è arrivato ai piani anche istituzionali, suscitando sdegno e incredulità. Non ultima la presa di posizione contro la giornalista mediaset di Laura Boldrini, deputata del Pd ed ex presidente della Camera che bolla le parole incriminate come “gravissime”.

Barbara Palombelli, dal canto suo, non ci sta e in questi giorni ha replicato ai giornali dicendo di essere stata fraintesa e che voleva portare di una riflessione generale sul perché questi reati vengano commessi per prevenirli. Inoltre, la giornalista minaccia querela a chiunque infanghi ingiustamente il suo nome.

Il nome della Palombelli in effetti è un nome di rilievo: sposata con Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma e fondatore del fu partito la Margherita, insignita della nomina di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1991 dall’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, inviata speciale del Corriere della Sera, vicecaporedattore di Panorama ed attualmente conduttrice di una infinità di programmi di informazione sulle reti Mediaset. La carriera della Palombelli è una carriera di successo e connotata da una serie di spallate al mondo ultra patriarcale del giornalismo e della società italiana nell’ultimo secolo ed è proprio per questo che le sue parole non possono essere lasciate passare o sminuite a semplice caduta di stile.

La Palombelli, proprio in virtù della sua storia e carriera, sa ciò che dice, sa che è importante come dirlo e deve prendersi le sue responsabilità.

La giornalista in verità non è nuova a queste cadute di stile: basti pensare alle frasi sui meridionali in tempo di piena emergenza covid. Frasi da far invidia al suo ex collega Feltri, espulso dall’albo proprio grazie ad i suoi comportamenti reiterati.

Forse espellere la Palombelli sarebbe un po’ esagerato in questa circostanza, ma una sanzione è dovuta. È dovuta perché la giornalista è una donna pubblica seguita e di successo; è dovuto per le famiglie delle vittime di femminicidio; è dovuto per le donne che nella giornalista hanno visto e vedono un modello; è dovuto per un atto di civiltà.

Dall’inizio del 2021 sono 49 le donne uccise dai partner, vittime di femminicidio.

Nel 2020 le chiamate al numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking, il 1522, sono aumentate del 79,5%. 

Il 2019 ha visto 111 donne uccise, l’88,3% delle quali assassinate da una persona conosciuta: quasi sempre il partner.

Il 2018 si è chiuso con 141 donne vittime di omicidio volontario.

Questi sono i dati dell’emergenza sociale legata al femminicidio in Italia. Questo è il motivo per cui frasi del genere non possono passare inosservate e scivoloni di questo tenore, oltre la condanna, devono essere sanzionati.

I dati mostrano che, negli ultimi 4 anni, oltre 200 vite di donne sono state strappate via. Un dato allarmante che mostra chiaramente l’emergenza sociale e se negli ultimi anni pare si stia verificando un’inversione di tendenza – grazie anche ai lavori legislativi recenti come il codice rosso o il rafforzamento del numero di pubblica utilità contro lo stalking ed al lavoro delle forze dell’ordine – l’emergenza rimane seria e manifesta che il problema è essenzialmente della medesima matrice della mentalità patriarcale e retrograda della società italiana e del rapporto uomo – donna che attraversa il nostro paese.

Le frasi della Palombelli, in un contesto come quello italiano, non possono essere né lasciate passare né sminuite, perché tendono a giustificare le malsane e radicate concezioni della società italiana. Mentalità abominevoli che devono essere estirpate.

Il concetto che la vittima sia colpevole, oltre ad essere profondamente ed eticamente sbagliato, appartiene ad un mondo passato e ignorante di cui dobbiamo liberarci.

Ne va del nostro progresso sociale, ne va della nostra umanità.

Barbara Palombelli non è il suo messaggio, ma appartiene ad un mondo che non c’è più. Barbara Palombelli sicuramente non crede che sia giustificata la violenza e l’assassinio di migliaia di donne, ma altrettanto sicuramente crede che il problema vada affrontata dal lato della vittima e non del carnefice. E questo appartiene ad un mondo finito e che non deve tornare e che indubbiamente non merita nemmeno un’oncia di tutto questo spazio.

Sarebbe stato molto onorevole per la giornalista ammettere l’errore e chiedere scusa, confessando lo scivolone ma arroccarsi dietro posizione di fraintendimento e minacce di querele conferma che lei è portatrice di una mentalità antica, superata e appartenente ad un mondo dominato e invaso dal patriarcato italiano. Non è una questione di politically correct, non è una questione di sensibilità o di morale. È una questione di Giustizia, di Etica e di Civiltà.

Tutto ciò che sminuisce il fenomeno sociale del femminicidio è semplicemente inammissibile ed offensivo.

Per le madri assassinate e per i figli orfani

Per le mogli relegate ad oggetti, feticci di non-amore, ma perversa possessione

Per le figlie uccise brutalmente.

Per i genitori di quelle figlie la cui vita non ha più senso.

Per le donne. Per gli uomini.

Per la società.

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