Festival di Sanremo 2024: l’ultimo Amadeus

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Terminata sabato scorso l’edizione 2024 del festival di Sanremo, che ha visto come vincitrice la giovane Angelina Mango, si conclude anche il quinquennio di successo che ha visto come conduttore e direttore artistico Amadeus in compagnia, quasi sempre, costante della sua inseparabile spalla Fiorello. All’apice degli ascolti e dello share televisivo, sfiorando il 66% degli spettatori, pari a oltre 1.400.000, raggiunge il più alto risultato dal 1995. Partecipano 30 artisti, di cui 3 provenienti da Sanremo giovani – a differenza dei 6 dello scorso anno – perlopiù appartenenti alle maggiori case discografiche italiane (ben 26 artisti sono scritturati dalle major case discografiche, la Sony, la Warner e la Universal), e solo 4 da case minori. Spopolano come autori di maggior rilievo, che hanno scritto per più di un artista in gara: il figlio di Mogol Cheope che ha lavorato con i Ricchi e Poveri, Fiorella Mannoia e Dargen D’Amico; il napoletano Davide Petrella (in arte Tropico), autore per Ghali, Rose Villain, Emma e i The Kolors; Davide Simonetta, tra i massimi autori di Annalisa, che ha collaborato pure con Geolier e i Negramaro; Jacopo Ettorre, scrittore di Mahmood, Alessandra Amoroso, BNKR44 e Fred De Palma. La competizione ha decretato così stilata la classifica, non lasciando poche polemiche al riguardo dei metodi di votazione adottati (divisi tra sala stampa, televoto e web/radio).

Angelina non solo arriva prima, ma ottiene anche il premio della sala stampa “Lucio Dalla”, e il premio alla migliore composizione musicale “Giancarlo Bigazzi”. Il premio della critica “Mia Martini” viene assegnato a Loredana Bertè, mentre il premio al miglior testo “Sergio Bardotti” a Fiorella Mannoia. Tra testi leggeri, alla ricerca dell’orecchiabilità (come i The Kolors e Annalisa), a testi impegnati politicamente e socialmente (si ricordano Ghali, Dargen D’Amico e Fiorella Mannoia), passando per canzoni che non riescono a lasciare il segno. Molto ricca soprattutto la serata delle cover, del venerdì, durante la quale i 30 cantanti hanno dovuto scegliere un brano da interpretare, da solista o in duetto con altri artisti.

Combattuta, al termine della competizione, la prima posizione tra la figlia del grande Pino Mango, vincitrice per la sala stampa e la commissione delle radio, e tra il rapper napoletano Geolier, vincitore per il televoto con oltre il 60%. Sfociato in un caso mediatico, fondato sul parteggiamento di una o dell’altra parte, si conclude il festival con l’affermazione di due giovani voci del panorama musicale, cosa di non poco conto. Ed è proprio stato questo l’approccio che ha consentito ad Amadeus di battere ogni record d’ascolti. L’integrazione di nomi forti negli streaming e sui social – esempio su tutti proprio Geolier, artista più ascoltato del 2023 – senza però l’adombramento delle icone della musica, come quest’anno sono state la Bertè e la Mannoia, è stata una ricetta sagace e astuta adoperata dal presentatore del festival, che gli ha concesso di creare un perfetto mix per accontentare tutti i gusti (non sempre beneficamente); peraltro, entrato alla storia come il conduttore che ha gestito il festival durante il periodo di contenimento dovuto al covid-19, della cui edizione si ricordano le scene dell’Ariston senza pubblico, riempito con dei palloncini per velarne il vuoto assordante che l’avvolgeva. Tra ospiti, internazionali e non (si ricorderà certamente l’episodio John Travolta, che lo ha visto eseguire “il ballo del qua qua” di Romina Power), e compagni di viaggio, tra cui si ricorda Gianni Morandi, dell’edizione 2023 e i co-conduttori, che quest’anno sono stati Marco Mengoni, Giorgia, Teresa Mannino, Lorella Cuccarini e Fiorello.

Si conclude, in sostanza, con il festival di Sanremo 2024, una sezione di storia della cultura musicale e della televisione italiana, che ha visto Amadeus grande protagonista tra luci e ombre. Già si vociferano possibili sostituti che ne prenderanno prossime edizioni, tra Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Carlo Conti, ma si verrà a sapere in estate inoltrata. Ma questa è un’altra storia.

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