Venezia, cosa sta succedendo?

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Circa due milioni di presenze nel capoluogo veneto nel trimestre da luglio a settembre, con un aumento del 2.1% rispetto al 2022.

È ancora prematuro fornire dati definitivi ma secondo le previsioni dell’Assoturismo Confesercenti sarebbero 1.78 milioni le presenze e 4.06 milioni gli arrivi a Venezia nei tre mesi estivi, segnando un netto incremento rispetto al 2022, avvicinandosi ai valori del pre-covid.

La crescita del flusso turistico rispetto all’anno precedente è risultata evidente già con la pubblicazione da parte della Regione Veneto dei dati sul turismo del primo trimestre 2023.

«Il primo trimestre 2023 si chiude con un +54,7% degli arrivi e un +43,1% delle presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il confronto con l’ultimo anno pre-covid evidenzia il forte recupero in atto, grazie a cifre che si avvicinano molto al record storico del 2019 (-1,8% arrivi e -3,8% presenze). Tutte le nazionalità mostrano un andamento positivo rispetto al primo trimestre 2022, riassunte da un +16,8% delle presenze italiane e un +79,3% di quelle straniere. […] Nel primo trimestre 2023 tutti i comprensori superano i risultati ottenuti nello stesso periodo del 2022»[1].

Per Venezia è stata sotto diversi punti di vista un’estate molto calda e deve ancora finire: tra il 10 e il 25 settembre il Comitato del Patrimonio mondiale riunito a Riyadh dovrà decidere se approvare o meno la proposta dell’Unesco di inserire la città nell’elenco dei «Patrimoni dell’Umanità in pericolo», dove figurano già siti come la città vecchia di Gerusalemme, Cirene (Siria) e Assur (Iraq).

Le dichiarazioni dell’Unesco sono chiare: «Gli effetti del continuo deterioramento dovuto all’intervento umano, compreso il continuo sviluppo, gli impatti del cambiamento climatico e il turismo di massa minacciano di causare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale della città… Inoltre, gli effetti combinati dei cambiamenti naturali e di quelli indotti dall’uomo stanno causando deterioramento e danni alle strutture edilizie e alle aree urbane»[2].

Le reazioni dall’Italia non si sono fatte attendere: Massimo Cacciari, ex sindaco del capoluogo veneto, ha ribattuto così: «L’Unesco è uno degli enti inutili più costosi sulla faccia della Terra… Sparano giudizi senza conoscere e senza sapere, procedono decretando pareri a destra e a manca, di cui è bene disinteressarsi. […] Come se Venezia avesse bisogno dell’Unesco per essere un bene dell’Umanità! Venezia è a rischio? Il rischio di Venezia è legato a catastrofi naturali e climatiche che possano determinare l’innalzamento del livello del mare. Dopo di che, certamente c’è una grossa pressione turistica, come del resto a Firenze o a Roma. Ma che vogliamo fare? L’economia italiana si regge per il 20% sul turismo e per fortuna che c’è il turismo. […] Vogliamo perdere anche il turismo perché l’Unesco ci dice che è dannoso? Piuttosto, tiri fuori i soldi per fare le opere che servono invece di parlare a vanvera… più fatti e meno parole!»[3]; anche il Presidente dell’Associazione pubblici servizi Elio Dazzo non si è trovato d’accordo con l’Unesco: «Venezia ha 1600 anni, è una città fragile, ne ha passate di tutti i colori, dalle Crociate in poi, passerà anche questo. Certo, magari servirebbero più residenti, ma senza il turismo, qual è la soluzione? Andiamo tutti a lavorare nelle amministrazioni pubbliche? Queste uscite lasciano il tempo che trovano, del resto, da quanto non si sentiva parlare dell’Unesco?»[4]; controcorrente ragiona il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra della Camera Luana Zanella: «Che l’Unesco possa decidere sull’inserimento di Venezia nella black list, non posso che interpretarlo come la stigmatizzazione di un fallimento perché ci troviamo di fronte a una serie di problemi che via via si stanno aggravando e che finora non sono stati affrontati affatto. Pensiamo al turismo e all’uso sconsiderato di Venezia da parte di chi, proprio grazie a questo tipo di turismo, si sta arricchendo. O al tema della residenzialità, fortemente condizionata da una destinazione d’uso degli appartamenti legata al soggiorno breve. Elemento che dice tanto di una città che ha svenduto sé stessa»[5].

I giorni della votazione si avvicinano e i dati parlano chiaro: Venezia ospita ogni anno quasi 25 milioni di visitatori in contrapposizione ai 49 mila residenti nel centro storico. Il turismo di massa sta svuotando la città della propria identità ma non è la più grande minaccia che le pende sul capo.

«Dal grafico qui riportato si osserva come il l.m.m. si sia progressivamente alzato nel corso dei decenni. Esso, attualmente, è mediamente circa 32 cm più alto di quello verificato a inizio del secolo scorso. […] Gli effetti dell’innalzamento del livello del mare si osservano anche negli altri grafici presentati nella pagina.  Risulta evidente l’aumento del numero di alte maree >=+110 cm a partire dagli anni ’60 circa. Si osserverà infatti come all’inizio del secolo scorso si verificava mediamente un’alta marea all’anno mentre negli ultimi anni la media si è innalzata a 5-6 alte maree all’anno»[6].

Il Mose, che fortunatamente al momento funziona anche grazie alla manutenzione stimata intorno ai 100 milioni di euro annui, non può essere considerato una soluzione permanente soprattutto considerando che, sulla base dei recenti dati rilasciati nel 2021 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, si prevede che il livello dell’acqua nella laguna si alzerà di circa un metro entro il 2100.

La Repubblica italiana è obbligata da un principio costituzionale a tutelare il proprio patrimonio storico-artistico e le possibilità di salvare Venezia si riducono drasticamente a due percorribili strade. La prima è quella di promuovere la cultura e i beni della città sensibilizzando turisti, cittadini e lavoratori sulla fragilità delle vie che calpestano: ad oggi risulta un’opzione utopica; ci si trova davanti ad albergatori accecati dal vile denaro che sono stati abituati per decenni a marciare su prezzi altissimi e non disposti a fare marcia indietro, se aggiungiamo poi che sono gli stessi veneziani a non rendersi conto del valore, non tanto estetico ma piuttosto civile, che permea la loro città arrivando a tuffarsi ubriachi dal Ponte di Rialto (https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/tuffi_canal_grande_venezia_turisti_cafoni_ultimo_episodio_degrado-7598193.html?refresh_ce, 28 agosto 2023) per poi ricevere applausi dai turisti presenti, la possibilità di salvare Venezia tramite la promozione culturale svanisce.

Rimane quindi solo la seconda strada: inserire la città nella lista dei «Patrimoni dell’Umanità in pericolo» e adattare una serie di misure drastiche, valutando anche la possibilità di calmierare gli accessi. La questione negli ultimi anni è emersa più volte nel dibattito politico: si tratterebbe indubbiamente di una sconfitta sul piano culturale ma la città si sta disgregando sotto i nostri occhi. La notte tra il 28 e il 29 agosto il Mose si è alzato: un fatto eccezionale per il mese di agosto ma necessario a causa della marea di 108cm, una misura che si registra solitamente nei mesi autunnali.

L’Unesco ha fatto la sua mossa e ora dovrebbe essere l’Italia ad accettarla e incentivarla: non si tratta di sottrarre valore a Venezia, quanto piuttosto di proteggerla e salvare, ormai in extremis, una delle città più belle al mondo.


[1] Sistema statistico regionale, Il turismo in Veneto nel primo trimestre 2023, https://statistica.regione.veneto.it/novita/novita_20230601.jsp.

[2] Il Giornale dell’Arte, Venezia nella «black list» Unesco. Perché ci avete messo tanto?, 2 agosto 2023, https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/venezia-nella-black-list-unesco-perch-ci-avete-messo-tanto-/143028.html.

[3] Open, Parla Massimo Cacciari: «L’Unesco non parli a vanvera su Venezia e tiri fuori i soldi che servono per le opere», 31 luglio 2023, https://www.open.online/2023/07/31/massimo-cacciari-unesco-venezia/.

[4] Il Gazzettino, Venezia tra i patrimoni a rischio, orgoglio veneziano: «L’Unesco? Esagera. Il turismo è un motore imprescindibile per la città», 2 agosto, 2023, https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/unesco_lista_citta_patrimoni_rischio_turismo_motore_imprescindibile-7555187.html?refresh_ce.

[5] Artribune, Per l’Unesco Venezia è un “Patrimonio dell’umanità a rischio”, 2 agosto 2023, https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2023/08/unesco-venezia-lista-patrimoni-umanita-pericolo/#:~:text=%E2%80%9CIl%20continuo%20sviluppo%2C%20gli%20impatti,World%20Heritage%20Centre%20dell’Unesco.

[6] Città di Venezia, Variazioni del livello medio del mare, https://www.comune.venezia.it/it/content/variazioni-livello-medio-mare.


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