“Eduardo mio”: magnifica Lina Sastri

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È apparsa con un bellissimo e sontuoso abito bianco: il suo è portamento elegante; sa muoversi sulle tavole del palcoscenico con grazia sinuosa, come una sirena ammaliante. Regale.
Forse quell’abito voleva essere un atto d’amore: sposarsi con l’arte del suo Maestro, Eduardo De Filippo.
Poi ha incominciato a recitare e lì si discopre la meravigliosa ed incantevole artista.
Lei fa sentire vividamente, con enfasi vellutata, la lingua napoletana, una poesia in prosa.
Parlo di Lina Sastri nello spettacolo “Eduardo mio”, in cartellone presso il Teatro Augusteo di Napoli, dedicato al Maestro Eduardo, con il quale ha recitato e si è forgiata come artista di teatro.

La recitazione di Lina Sastri è ad appannaggio del teatro di Eduardo, perché plasmata, vissuta, intrecciata nei non detto, nelle pause ricchissime di teatro puro del Maestro: la scena si domina anche tacendo e lui lo faceva con disinvoltura, naturalezza, magica fluidità.
Eduardo era capace di recitare in silenzio, con il volto scavato e pieno di fossette nelle quali c’era, come lui diceva, il gelo selvaggio del teatro, tutta la descrizione della tragica sofferenza dell’uomo del Novecento, perduto e smarrito tra le due guerre.
La faccia di Lina si uniforma allo spirito, all’afflato dei “giorni dispari”, le drammaturgie di Eduardo che sono poi i suoi capolavori: “Napoli Milionaria”, “Le Voci di Dentro”, “Filumena Marturano”, “Natale in casa Cupiello”, ove la Sastri è “Ninuccia”, la ribelle innamorata non di suo marito. E qui è consacrata attrice dal Maestro, e’ passata dal cerchio di fuoco: dalle semplici comparse a ruolo di protagonista.

Apre lo spettacolo con una canzone piena di struggente e toccante poesia: “Uocchie C’arraggiunate”, cara ad Eduardo ed inserita nell’atto unico “Gennareniello”, per ricordarci che il teatro di Eduardo era solcato da giochi di sguardi che facevano ragionare gli occhi, li facevano parlare con sentimento.
È uno spettacolo affascinante, suggestivo, ove a ricordi di stralci delle opere di Eduardo- formidabile e altamente commovente è al riguardo il monologo della Madonna delle Rose in Filumena Marturano- si annodano in un legame da filamenti d’oro le canzoni napoletane, interpretate da Lina Sastri con il distillato della recitazione.
Racconta anche aneddoti vissuti durante le prove con Eduardo ed è piacevolissimo ascoltarla in questi frammenti indelebili che hanno segnato il suo cammino e la formazione di attrice di finissimo pregio.
Ma mi sono commosso ed ho pianto come un bimbo ed il mio cuore batteva e vibrava forte e ho sentito un brivido di intensa emozione, quando Lina Sastri ha cantato e recitato la poesia, quella d’amore, di Eduardo:

“Si t’o sapesse dicere”:
Ah… si putesse dicere
chello c’ ‘o core dice;
quanto sarria felice
si t’ ‘o sapesse dì!
E si putisse sèntere
chello c’ ‘o core sente,
dicisse: “Eternamente voglio restà cu te!”.

Perché il cuore è come un poeta analfabeta che non sa tradurre in parole l’infinito amore: ma nessuna lingua conosce la penetrazione, la profondità del cuore innamorato.
E Lina ha trafitto il teatro lanciando una rosa rossa agli spettatori per ricordare il suo Eduardo.

Magnifica.

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Biagio Riccio

Avvocato, dal 1993 esercito la professione forense nel tribunale e nel Distretto di Corte d’Appello di Napoli. Avvocato civilista dall’anno 2008, patrocinante in Cassazione. Fondatore dell'Associazione Favor Debitoris.

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