Negli Stati Uniti tornano le culle dell’abbandono direttamente dal Medioevo

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Il viaggio nel tempo degli Stati Uniti continua a riportare a galla amari proibizionismi ai danni dei corpi femminili. Se nel 1973 abortire divenne un diritto federale, nel 2022 tale diritto viene cancellato, la sentenza Roe v. Wade sovvertita, e 37 milioni di corpi privati della propria liceità individuale. Improvvisamente i singoli Stati diventano proprietari del diritto di scelta delle donne statunitensi. In particolare, lo Stato dell’Indiana ha appena approvato una legge che dal prossimo 15 settembre entrerà in vigore proibendo di fatto l’interruzione della gravidanza fin dal concepimento. Le uniche eccezioni ammesse saranno in caso incesto, stupro, rischio di morte del feto o della donna ed il personale sanitario che praticherà aborti illegali perderà la licenza, le cliniche abortive saranno chiuse, e gli ospedali saranno gli unici luoghi in cui sarà concesso praticare un’interruzione di gravidanza.

La fiaba dell’orrore, però, non finisce qui perché il viaggio nel passato americano si è spinto così in là da riportare nel presente l’uso di quelle che nel Medioevo venivano chiamate le “ruote degli esposti”. Stiamo parlando di postazioni in cui è possibile abbandonare i neonati senza alcuna conseguenza e andare via e senza essere visti. Se con la conquista dei diritti civili era stato possibile quasi dimenticare l’uso di questa pratica, con la recente perdita del libero arbitrio gli Stati più conservatori degli USA hanno iniziato ad essere popolati, con crescente frequenza, dalla versione odierna della ruota degli esposti. Con l’accomodante nome di “Safe Heaven Little Box”, scatole metalliche invitano le madri che non avrebbero desiderato una gravidanza a dimenticare tutto, lasciando il neonato in queste piccole culle riscaldate senza possibilità di ripensamenti. Una volta poggiato il bambino, la culla si chiuderà per non potersi più riaprire, nessun documento necessario, nessun certificato, nessun contatto. Ogni possibile ricongiungimento futuro è escluso da questa nuova macchina dell’abbandono.

Una ruota dal passato. Ospedale di Santo Spirito in Saxia. Roma.

Per le lobby antiabortiste, che dal 2016 premono per l’installazione diffusa delle culle dell’abbandono, appare quindi come una vera conquista che quella culla lì, nella città di Caramel, sia risultata, per sei volte di fila, piena dopo tre anni di inutilizzo.

Se per lobby e i conservatori della Corte Suprema decine di culle per consentire abbandoni rappresentano una “valida alternativa all’aborto”, dall’altro lato è facile intuire come queste piccole scatole metalliche rappresentino la concretizzazione della disperazione di chi ha perso il diritto di scelta sul proprio corpo e sulla propria vita.

D’altronde, appare quanto meno difficile immaginare come abbandonare un figlio possa rappresentare una valida alternativa a quella che è a tutti gli effetti una gravidanza forzata per quelle donne che non avrebbero voluto vivere una gestazione o diventare madri.

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